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Nat Wilms

"ALDILA' DEL VOLGA PER NOI NON C'è LA TERRA!"

Video installazione

"La mia proposta per il progetto in stazione consiste in un lavoro video che mostra le riprese di un paesaggio e di un anziano. Il paesaggio descrive la vista sul fiume Volga e in particolare la vista che si ha dalla casa di Pavlov nell'odierna Vologograd. I cittadini di Stalingrado hanno combattuto all'interno della città secondo l'ordine 227 di Stalin "Aldilà del Volga per noi non c'è la terra". L'esercito tedesco sotto la guida del generale Paulus non è mai riuscito a passare sull'altra sponda del fiume dalla quale venivano sempre in aiuto nuovi soldati sovietici.
Sessant'anni dopo la sconfitta del fascismo quella paura della steppa esiste ancora, riposa, non è diventata un monumento ma è rimasta un paesaggio, ormai tranquillo che sopravvive dolcemente.
L'anziano a Volgograd, invece, sembra fragile sotto la luce della candela che sta in continuo gioco.
Il legame sottile con il terrorismo fascista e la città degli eroi sta nella sopravvivenza. Con questo lavoro vorrei descrivere quanto l'esistenza dei luoghi come non-luoghi, e delle persone, stia nella forza di combattimento e di andare avanti, nel credere nel tempo. Sono le storie che cambiano i non-luoghi. "



Giulia Ravazzolo

(PROGETTO)

Dei poggiatesta da installare sopra i sedili della sala d'attesa. collocati in luoghi dedicati alla pausa più lunga come la sala d'attesa, posizionati sopra ad alcuni sedili, dei poggiatesta che permettano alle persone di provare ad interagire con un oggetto solitamente fermo dove posare il capo, creando un approccio diverso alla seduta e dove poggiare il capo creando un approccio diverso alla seduta e con l'ambiente circostante.




Michela Ravaglia

(PROGETTO)

LA CASA DI ADAMO IN PARADISO

L'intervento è un ambiente unico, monocellulare e di carta, reperto dell'infanzia del bambino che siamo stati ; tutti i bambini sognano di avere una casa segreta, dove vivere senza regola con la possibilità di "risillabare il mondo".
Un'abitazione originaria che diventa il luogo di una memoria più che individuale, collettiva, con il desiderio di fuga e la volontà di un centro.
Tra le linee sovrapposte dei binari, dei treni e dei cavi elettrici una porzione di vita domestica, un luogo dove si trascorre l'infanzia, dove si è definito un nucleo di valori emotivi, con la possibilità di ritrovare un universo perduto, emozioni private, misteri non svelabili e toni familiari.


Chiara Pergola

DECORAZIONE album fotografico

"Foto ricordo: immagini destinate a ridare cuore ai luoghi visitati e a ricollocare al centro di essi il soggetto viaggiante. 
Procedendo in modo opposto ne realizzo il negativo e l'ombra: un album di fotografie scattate da altri, in zone di transito, in spazi attraversati e non visti, a ciò e da chi resta solitamente fuori campo, è una de-corazione.
L'album sarà la mappa altrui di un mio itinerario consueto: cedo la macchina fotografica a viaggiatori estranei, incontrati nei punti della stazione che abitualmente percorro da pendolare (binari, bar, treni ecc..) perchè colgano un'immagine dal proprio punto di vista.
L'album è pensato per essere esposto in forma anonima nell'atrio di bologna."



Margherita Moscardini

(PROGETTO)

Alessandra Montanari

(PROGETTO)

ART CROSSING

Un percorso attraverso linee spezzate, memorie interrotte; lo sguardo cade sui frammenti di fiori dipinti, petali dal passato per immaginare e ricordare.





Francesca D'Ambrosio

(PROGETTO)

"Penso la stazione dei treni come spazio legato ad infinite possibilità di percorsi, di pensieri, di idee.
non solo Nord Sud Ovest Est, ma profondamente oltre, verso una traiettoria non ancora segnata in un luogo non ancora definito e in un tempo diverso, molto prezioso.
Perchè le idee di viaggio e di pensiero hanno molte più strade, slegate dalla forza di gravità. Altre leggi comandano: si sceglie cosa fare nel momento in cui si sceglie dove andare. Prima i piedi poi le mani.
Queste sono scarpe comode, leggere, essenziali; tinte di bianco per accogliere nuove esperienze, disposte a seguire nuove vie e a lasciare nuove tracce, non ancora sulla mappa: per una geografia più completa nutrita dal sentimento e dall'immaginario."



Francesca Bellussi





Sara Agutoli - Jacopo Cecchi

(PROGETTO)

"Il cubo di Rubrik" permette di muovere i tasselli delle sei facce del poligono lungo gli assi cardinali, nello stesso modo l'installazione vuole muovere lo sguardo verso una dimensione perpendicolare che si impone come vera.
Le simbologie che vengono richiamate dal tuffo sono chiare; metafora di scelta, di volontà e slancio vitale che ognuno di noi può avere.
Lo "snodo" della perpendicolarità ci invita a non porci limiti.
Un invito anche alla riflessione su i molteplici volti della verità, che non è mai una e cambia secondo il punto di vista da cui di guarda il mondo.