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Orietta Fineo

L'immagine speculare di un oggetto ormai di abituale uso come un'obliteratrice si presenta, straniata e quasi inconsistente, nella trasparenza di un materiale morbido e plasmabile come la cera. Allo stesso modo, rovesciandone l'uso, dei biglietti dello stesso materiale rimangono come segno incompleto di persone "già passate". Il tempo si fa "trasparente, velato, docile al tatto, ma il ricordo perdura intatto e il rimpianto diventa abitudine".